sabato 24 luglio 2010

La foto - parte settima

- si sono Andrea con chi parlo?
- non importa, ore 18 davanti lo spaccio in via Spinoza. Ho delle carte che sicuramente le interesseranno.
Pochissima gente sapeva del mio vero lavoro, la ricerca continua. Ho sempre ricercato documenti, video, foto, testimonianze di quel sottile mondo che è la mafia. La mia voglia di conoscere tutti i processi e le circostanze, i veri perchè, le persone, le famiglie. Mio fratello e le sue tante vite. Nessuno o quasi nessuno sapeva della mia ricerca.
Quel quasi nessuno si riferisce all'unica persona che in tutti questi anni mi è sempre stata vicina, la sua professione di giornalista e soprattutto le sue "amicizie" mi sono servite a scrivere le quasi cinquecento pagine che pesano quanto una bomba innescata. I giudicii non hanno ciò che si meritano in questo lembo di terra, la verità non serve a nessuno. "Se non li convinci, confondili" cinque parole facili ed una teoria per nascondere la verità confessandola. Quando conobbi Paola venni a conoscenza di questa teoria prima ancora di sentire il suo nome. Sono passati quindici anni ed è l'unica donna che ho amato veramente ma con la quale non ho mai dormito insieme. L'amore è rappresentato dalla voglia di dormire con una donna non dall'andarci a letto, sulla base di ciò mi convinsi che il mio amore non è mai stato corrisposto e quindi ho continuato ad approfittare del suo profumo. Adoro il suo taglio di capelli e la sua aria da studentessa svogliata. Non esce mai senza la sua borsa di cuoio, il suo taccuino e la matita. Quando le chiesi come mai scrivesse solo con la matita mi rispose che quello era il gesto per dimostrare la sua insicurezza. In realtà, conoscendola, mi stupii molto di quelle parole fino a quando non lessi un suo articolo che finiva con: "tutti sono psicologi oggi per questo bleffare è diventato fin troppo facile". E' la persona che mi conosce meglio ma che meno conosco. Tutto ciò che so di lei è frutto di frasi strappate e ricucite a mio modo dalla mia fantasia. Un giorno eravamo insieme ad un centro commerciale, un enorme spaccio di mobili ed oggetti di arredamento, e lei mi fece notare quanto tutte le persone che c'erano si somigliavano, noi compresi. Lo standard erano coppie con o senza bambini piccoli che affascinati da qualsiasi mobile si inventavano numeri da scrivere su foglietti rubati quà e là. Poi c'eravamo noi che come la restante parte della gente camminavamo senza alcuna metà e con l'espressione assorta in pensieri molto lontani.
Ore 18, via Spinoza . "Guidami nei passi mio Signore per ogni strada io li affido a te, salvami da me stesso e lasciami andare" mi affido sempre a queste parole quando ho il terrore di ciò che verrà dopo.
-Andrea?
-Si
-Mi manda Paola per consegnarle queste carte. Lei sta bene ma è convinta di essere controllata a vista. Molto probabilmente anche noi siamo osservati per questo la saluto. Lei non mi vedrà mai più sono stato pagato per fare ciò e non so niente di tutto questo.
-Di cosa?
-Ah ripeto, non so niente.
Quando aprii quel fascicolo c'era un foglietto che diceva di buttare tutte le carte e che le vere informazioni mi erano state recapitate su una casella e-mail della quale c'era scritto nome e password. Per precauzione mi recai in un internet point e stampai gli allegati della mail per poi cancellarla. C'era la verità vera e qualche ipotesi. Documenti, pizzini e politica. Ma soprattutto c'erano la foto di mio fratello e di Tano e le coordinate del loro prossimo e probabilmente ultimo colpo.

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