sabato 22 maggio 2010

Delays - Parte tredicesima

Il resoconto delle analisi della scatola nera cita:
"...dieci kilometri di caduta in picchiata del velivolo.
Ore 15.46. Dodici minuti prima dello schianto.
Viene registrata un avaria ai motori tre e quattro. Lato est della fusoliera. Per l'esattezza nell'arco di quattro secondi i motori non risultano mal funzionanti o bloccati, ma semplicemente scomparsi dal corpo alare.
Ore 15.48. Dieci minuti prima dello schianto.
Passaggio del comandante Matthias Hazel e del suo assitente David Moore al pilota automatico. Rapida perdita di quota. Instabile traiettoria del velivolo. L'inclinazione della fusoliera non permette al flusso d'aria passante sull'unica ala rimanente di opporsi alla forza di gravità.
Ore 15.49. Nove minuti prima dello schianto. Attivazione del microfono di bordo, un messaggio viene diffuso dagli altoparlanti nell'aereo. Durata qurantatré secondi.
Registrazione di più frequenze radio satellitari provenienti dall'interno del velivolo esterne alle attrezzature di bordo.
Ore 15.52. Sei minuti prima dello schianto. Il pilota automatico attiva le turbine laterali di emergenza. L'assimetria del corpo fusolare rende impossible il controllo di quota. Impedita la rotazione assiale dell'aereo che si stabilizza con asse alare parallelo alla linea di terra.
Ore 15.53. Otto minuti prima dello schianto. Riattivazione del microfono di bordo. La registrazione delle onde vocali mostra una incoerente sovrapposizione delle precedenti registrazioni corrispondendti al comandante Matthias Hazel e al suo copilota David Moore. Una terza voce non identificata con nessuno degli assistenti di volo, diffonde un messaggio dagli altoparlanti. Durata due minuti e trentatré secondi.
Ore 15.56. Cinque minuti prima dello schianto.
Corto circuito del sistema di diffuzione audio dell'intero velivolo. Nessuna altra registrazione vocale pervenuta da questo istante in poi.
Segnalato tentativo apertura portello laterale C. Portello in stato di blocco. Ultimo intervento registato sul portello di emergenza Trentaquattro minuti e tre secondi prima del decollo del velivolo. Flusso d'aria interno destabilizzante l'areodinamica dell'aereo in rapida perdita di quota proveniente dalla zona est della fusoliera.
Ore 15.58. Tre minuti prima dello schianto.
Registrazione manomissione attrezzatura di salvataggio. Ridotta pressione del compressore d'ossigeno. Ganci 2D47:D41 e 2F89:K73 per controllo giubotti di salvataggio assenti. Ultima ora di modifica. Trentatré minuti e ventisette secondi prima della partenza del velivolo. Giubotti di salvataggio manomessi o non presenti per l'intera durata del volo sull'intero corpo del velivolo.
Ore 16.00. Un minuto prima dello schianto.
Cinture posti da 1A a 98D stato sbloccato Cinture posti 54A, 63C e 63B in stato di blocco. Ultima verifica stato cinture ventisette minuti e quarantacinque secondi prima dello schianto.
Ore 16.01. Zero minuti allo schianto.
Livello altimetro zero. Lenta progressione quota negativa. La fusoliera si è appena immersa nel mare del golfo arabico. Motori uno e due in sovrapressione. Allagamento corpo centrale fusoliera, con flusso d'acqua entrante dal lato est, luogo dell'esplosione.
Ore 16.23. Fine registrazione dati scatola nera."

Rapporto del LcF (Laboratorio Chimica Forense)

"...dai prelievi effettutati sui frammenti della fusoliera sono pervenuti residui di percloruro di potassio ed ossalato di ammonio. La dinamite che è ha dato origine all'esplosione era artigianale. Impossibile da identificare dirattemente nei motori del velivolo a causa dell'enorme contaminazione dovuta al particolato presente ad alta quota. Importanti per la ricostruzione sono state ulteriori tracce dei composti chimici trovate sui portelloni di emergenza, su alcune cinture di sicurezza e sulla centralina di controllo dell'impianto di salvataggio..."

I rapporti erano sull'immenso tavolo di legno nel mezzo della stanza. L'ingegnere dell'LcF siedeva al lato più corto e rispondeva alle domande degli investigatori inglesi. C'era un rappresentante francese e due tedeschi. Lo schianto dell'aereo diciotto mesi aveva provocato un caso internazionale. Nessuno era riuscito a venirne a capo. Fino ad oggi.
Il rapporto della scatola nera avrebbe provato a risolvere il caso. Chiuderlo e archiviarlo nel fondo di un cassetto. Un registro che avrebbe racchiuso la verità, e tutte quelle ducentotrentatré anime portate in fondo al mare.
"Marino, che diavolo ci fa qui tutta questa gente? Mi hanno chiamato in piena notte per il codice 184, arrivo qui e cosa trovo? Questo guazzabuglio di persone? Si può sapere che cazzo state combinando?"
"Rossi sai come funziona. E' un cazzo di dramma internazionale. Quelche giornalista venderebbe il culo di sua madre pur di dare una bomba come questa. Stavolta lo 007 sarà difficile farlo. Siamo davvero nella merda. Stiamo sguazzando in un mare di merda."
Marino fumava la sua sigaretta in piedi, nell'angolo della stanza vicino alla finestra. L'agente Rossi gli era di fianco. Di fronte a loro i documenti venivano analizzati commentati dal gruppo di ingegneri. I rappresentanti esteri ponevano domande e prendevano nota. Davano come l'impressione di poter ricostruire l'intero puzzle in poco tempo.
"Non ci riusciranno mai." Marino guardava il gruppo intorno al tavolo e pensava a voce alta."Ci manca un tassello. Non possiamo costruire ancora. Ci manca un tassello"
"Non preoccuparti. Il tassello è arrivato". L'agente Rossi indicò con lo sguardo fuori dalla finestra. Giù dai cinque piani, una macchina con scorta si era avvicinata al portone d'ingresso. Due uomini con un elegante vestito nero e degli occhiali scuri stringevano nel mezzo una donna. "Alice Maria Fortunato. Ecco come si chiama il pezzo del puzzle mancante. Ed ora vediamo cosa riusciamo a cavar fuori dalla nostra maestra".
Dieci minuti più tardi, in una delle stanze in fondo al corridoio, un fioca luce giallastra, illuminava un piccolo tavolo bianco. L'agente Rossi sedeva da un lato e sistemando il suo impermeabile al lato del tavolo esordì:
"Bentornata signora Fortunato, finalmente ci reincontriamo".

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