sabato 17 aprile 2010

Delays - Parte terza

Lei sapeva che quello era solo l'inizio della fine. L'odore dei capelli di lui, il suo profumo, la giacca sempre sbottonata ed accompagnata da una sciarpa anche nel mese di agosto, -chissà se la indosserà anche a Dubai- continua a pensare lei. Pensava, quello era il vero problema, pensava e piangeva e lo abbracciava ma pensava a lui a lei e basta. Dubai, ma perchè?

- mi prometti che appena arrivi cerchi un posto per la connessione?
- amore, te l'ho detto, non ti preoccupare. Fra due mesi ci vediamo.

Lei non riusciva a pulire quell'aria sporca di tristezza, un sapore impregnato da tempo che, in realtà, non era legato a quella momentanea partenza. Nel suo cuore sapeva, pensava e piangeva.

Lui, Nicola. Lei, Alice.

Nicola: appassionato di fotografia lavora per due quotidiani della provincia nella quale abita, periferia di Siena, Toscana, Italia. In partenza scriveva articoli per le testate sportive, poi, con un pò di fortuna, è passato al quotidiano locale con gli articoli e le foto della cronaca locale, ora in partenza per un corso di fotografia a Dubai e la possibilità di collaborare con il suo "maestro" tale Jhoan Liedberg: americano-artista-fotografo-scrittore.

Alice: maestrina di italiano alle scuole elementari che dopo una serie tendente all'infinito di supplenze-lezioni private-tempi determinati era infine "passata di ruolo" in un altro paesino in periferia di Siena a dieci km dal suo Nicola.

Si erano conosciuti quattro anni prima ad un concerto di Jazz a Firenze in una splendida nottata d'agosto. Dopo i classici convenevoli, che in certi casi comprendono l'oroscopo ed uno studio approssimativo delle stelle, ne videro una cadente ed insieme, ma senza dirselo, sperarono in un cane nel loro giardino. Dopo un mese Alice doveva lasciare il suo appartamento perchè "la padrona mi ha detto che ci deve andare ad abitare il figlio che si sposa" e quale migliore occasione per "testare" la convivenza?!

-Nicola guarda c'è un prete, gli andiamo a chiedere cosa ci va a fare a Dubai?!
-Amore. Ma perchè sei ossessionata da quelle divise?

Alice ha vissuto fino all'età di 18 anni nella città del Vaticano, a Roma, in quanto suo padre lavorava per la burocrazia legata al mestiere delle guardie svizzere. Suonati i sessanta, papà Claudio decise di vendere la sua casa e prendere la sua seconda moglie, la "non mamma" di Alice e portarsela con se in toscana. Alice, quando aiutò suo padre a caricare le valigie in macchina, sapeva che quella era una delle ultime volte che vedeva il suo vecchio. Il destino, però, non le ha dato retta.
Alice a diciannove anni si trasferì a Roma periferia e decise di dividere il suo appartamento con altre due studenti ed un ragazzo erasmus. I primi tempi tutto andò per il meglio ma poi Georg, il ragazzo svedese che aveva la camera di fronte quella di Alice, decise di farle perdere la verginità. -A diciannove anni nettamente in ritardo rispetto le sue compagne di università (Statale Roma), spropositatamente in anticipo rispetto le sue amiche delle elementari (Pio IX Città del Vaticano)- Aveva già il biglietto per tornarsene nella fredda Stoccolma quando le giurò amore eterno e, senza pagare l'ultimo mese, nè avvisare, partì per non tornare più. Seguirono due mesi di depressione per Alice che dovette lasciare l'appartamento, tornare a vivere con la madre, frequentare uno psicologo per una volta la settimana, cambiare università e solo alla fine di questo ciclo mistico pensò bene di lasciar perdere la laurea e di iniziare a insegnare sfruttando il diploma. Da lì a pochi anni: Firenze-Figline Valdarno-Nicola-Aereoporto.

-Dai amore, magari a Dubai poi prende un volo interno per raggiungere il villaggio nel quale va in missione! Dai sono troppo curiosa!!

Di nuovo, la voce metallica interruppe il flash della macchina fotografica di Nicola, le pretese di Alice e, facendosi spazio tra le cuffie dei tanti pazienti viaggiatori, gracchiò: "Informiamo i signori passeggeri che il volo AS407 con destinazione Dubai subirà un ulteriore ritardo di un'ora. Ci scusiamo per il disagio."
I "futuri" passeggeri non ebbero neanche il tempo di protestare con una sbuffata corale che furono investiti da un forte rumore che terrorizzò i loro occhi.

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