sabato 10 aprile 2010

Delays - Parte prima

Un isola di bianco deserto con cactus bianchi. Tavoli bianchi. Sedie bianche. Soprammobili bianchi. Bianchi di un lucido marmoreo. Ed un disgustoso fetido tappetino verde fresca primavera. Qualche valigia buttata qua e la. Qualche piede riesumato da un supplizio di morbide scarpe di gomma fuori stagione sventolato come una bandiera il giorno nazionale. Qualche occhiale da sole fuori posto per coprire degli occhi gonfi. O nel peggiore dei casi serrati, dormienti. Stanchi si direbbe.
Indifferenti a quel neutro lindo terso psicotico bianco centro-di-cura-di-igiene-mentale. Un bianco come solo in sale degli aereoporti come quello, col più profondo disprezzo cromatico, si può sperare di allietare le altrui attese.
Babelica espressione multilinguistica la voce proveniente da chissà quale meandro dell'areoporto cerca di annunciare un volo, un ritardo o forse un bimbo disperso. Nessuno pare farci caso. Un gruppo di giovani spiriti nel pieno della loro pubertà urla, sbiascica e si rincorre tra le panchine rivestite di finta pelle prodotta in qualche scantinato del centro italia. Scivolose e viscide come un'anguilla nel migliore mercato del pesce di Pechino. Rumorose come una nottata insonne dopo una coppa di fagiolata. I rumori vengono avvolti, assorbiti, assopiti, amplificati, in un velato frastuono che tutti paiono sentire ma nessuno pare ascoltare. Un prete in fondo alla sala, lascia che qualche goccia di sudore gli inumidisca il bianco colletto. Asciuga le gocce che cadono copiose dalla sua fronte col dorso della manica nera, mentre stringe tra le mani un libro rivestito di una vecchia tela verde. Confessione. Espiazione. Comunione. Pace. Erezione. Sulla panchina di fronte, una giovane donna ostenta un seno troppo grande per una camicetta troppo stretta. Rossa. Pizzi cadenti sulle maniche. Lunghi capelli neri cadenti sulla camicia. Collane colorate pendono dal suo collo, forse di origini orientali, lunghe fino a perdersi nel profondo dell'ultimo bottone della camicetta che ancora a stento riesce a tenere la pressione dei suoi seni. I ciondoli cadono li nel pronfondo, dove i seni ombreggiano il suo ventre piatto ricurvo. Magici, misteriosi, mistici luoghi dove solo in pochi si sarebbero imbattuti. Almeno fino al decollo dell'aereo, s'intende. Se una delle buste di silicone accuratemente cucite all'interno del suo petto non avesse ceduto allo sbalzo di pressione dovuto al decollo dell'aereo, qualche giovane rampollo avrebbe potuto far saltar via gli ultimi bottoni di quella camicetta sul retro dell'aereo. Nelle anguste ma affascinanti toilette di quel Boing. Acrobatico. Contorto. Eccitante. Stretching. Stop. Non sia mai qualcuno abbia un erezione.
Famiglie felici che strattonano figli irrequieti e innocentemente molesti. Danno sfogo allo stomaco con rinsecchiti panini tirati fuori dal retro di un bar di pochi metri quadri. Libri aperti a pagine mai lette riversi sulle gambe. Musiche pirata scaricate con programmi pirata su lettori pirata che viene il dubbio da quale lontana esibizione vengano fuori. Un odore di disinfettanti al limone di montagna viene fuori da ogni singola mattonella dell'areoporto. Il disinfettante al limone fa reazione con l'acqua di colonia dell'anziana signora seduta all'ultimo gate. La mistura disinfettante-acqua di colonia si scinde combinandosi con l'ascellare profumo del giovane uomo d'affari ad inizio carriera. Camicia sintetica. Cravatta troppo stretta mal legata. Deodorante dimenticato nella camera d'albergo. La mistura è perigliosa. Esplosiva. Ma nessuno degli uomini in uniforme pare batter ciglio. Qualcuno la sente. Qualcun altro anche. Un bimbo in un passeggino nel mezzo della coda per l'imbarco piange. Quello che sembra suo padre gli scuote davanti un aggeggio in plastica riciclata rossa e gialla. Il bimbo piange ancora di più. Due giovani amanti si stringono tra le braccia, di fronte alla vetrata che da sulla pista di atterraggio. Si baciano tenendosi stretti le mani e lasciando poi che la testa di uno si immerga nei capelli dell'altro. Lui piange. Lei anche. Lo sanno per i singhiozzi affannati che muovono le loro spalle. Un aereo atterra. Qualcuno applaude. Un aereo decolla e qualcuno si lascia andare ad un'esclamazione di stupore. Una luce fa contatto, spegnendosi con regolarità, illuminando le teste in coda. Con cappelli. Occhiali. Scollature. Tristezza. Vociare. Marasma. Grida. Urla. Pianti isterici. Baci appassionati. Erezioni nascoste nei pantaloni. Libri con pagine ripiegate. Odore di limone. Odore di sudore. Odore di piedi. Odori. Rumori. Suoni. Luci. Immagini. Flash. Ricordi. Desideri. Paure.
E la voce proveniente dai trasmettitori annuncia "Siamo spiacenti di comunicarvi che a causa di problemi tecnici sulla pista i voli in partenza dai gate sette, dieci e dodici partiranno con un ritardo di trenta minuti. Ci scusiamo per il disagio".

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