sabato 6 marzo 2010

caffè ambrosiano 2008-2009

Sulla mensola dietro al bancone, due tazzine, in un freddo pomeriggio di inverno, decisero di fare amicizia.

“Ciao! Ti vedo tutti i giorni ma, dopo la doccia, ti mettono sempre troppo lontana da me. Come ti chiami?”

“Anche io ti ho notato, proprio l’altro giorno, quando c’era la giornata del caffè. Dopo il tredicesimo lavaggio ci avevano messi vicino ma è stato per poco tempo. Il mio nome è Sara.”

“Sara… hai proprio un bel nome! Io mi chiamo Andrea. Comunque ti sbagli perché era solo il decimo lavaggio ed io ho sperato per tutto il giorno, fino a sera, di ricapitare di nuovo vicino a te.”

Proprio alla fine di quella frase, Andrea fu preso dall’orecchia per iniziare un nuovo giro:

un forte rumore sopra la testa, un liquido bollente gli attraversò il corpo, finì il rumore ed iniziò lo spostamento sopra il piattino e vicino al cucchiaino. Per poi passare ad un’altra mano con una nuova pressione sull’orecchia fino a quando il liquido non gli attraversò di nuovo tutto il corpo. Di nuovo vicino al cucchiaino ed al piattino e poi tutti insieme nella vasca del lavaggio.

“Ciao Andrea come va oggi?”

“Ciao Lello! Oggi sono felicissimo perché finalmente ho parlato con la tazza che vedo ogni giorno ma che è sempre troppo lontana da me.”

Lello e Andrea si conoscevano da molto tempo, un piattino ed una tazzina capitano spesso assieme nei lavaggi e delle volte succede di fare anche il giro completo insieme. Loro si conoscevano dal primo giro completo di Andrea che, per sconfiggere la paura della sua nuova vita, chiese conforto al piattino sotto di se.

“ah… sono molto contento per te! Saranno mesi che me ne parli. Come si chiama?”

“il suo nome è Sara.”

Un’ondata di acqua bollente piena di schiuma si portò via le sue parole e rimandarono la loro chiacchierata al prossimo giro.

Il povero Andrea, dopo aver conosciuto il nuovo strofinaccio, venne riposizionato nella mensola delle tazzine ma troppo lontano dalla sua nuova amica. Cercò di mettersi in mostra in qualsiasi modo pur di fare un nuovo giro e sperare di avvicinarsi il più possibile a Sara ma non ci fu verso. Il suo amico Lello non ebbe neanche il tempo di essere riposizionato sulla mensola che partì per un nuovo giro.

- ma perché lui si ed io no! - pensò Andrea che in tutti i modi voleva andare vicino a Sara. Ad un certo punto, però, notò uno strano spostamento un passò più in là. Sara veniva presa per un giro.

-che strano, difficilmente Sara fa più di tre giri in un giorno, oggi è già il quinto. Speriamo che mi prendano anche a me così capitiamo insieme nel lavaggio, oppure, ancora meglio, vorrei che dopo il lavaggio la mettano qui nello spazio affianco a me al posto di Lello-

Un’ aria gelida entrò nel locale facendo rabbrividire tutti i clienti. Uno strano tizio aveva spalancato il portone, portava con sé una strana borsa rettangolare.

“ Buongiorno Oliviero cosa ci vuoi propinare oggi?”

Il direttore del Caffè Ambrosiano, chiamato volgarmente “il bar Piola”, strinse la mano al nuovo arrivato mostrandogli quasi tutti i denti.

“oggi vi venderò delle bellissime tazze per il thé e per la cioccolata calda.”

Sentendo quelle parole ad Andrea gli venne un colpo. Capì che molto probabilmente avrebbero sostituito la sua Sara con altre tazze più giovani e sicuramente più antipatiche. Pensò a diverse soluzioni per fare in modo da evitare che portassero via Sara ma, dalla sua posizione, non aveva molte alternative. Nel frattempo, Lello, tornò a fargli compagnia nel posto che doveva occupare Sara.

“Andrea, che è successo? Ti vedo triste!”

“Lello, ho appena saputo che porteranno via Sara. È arrivato il cattivo dei cambi e questa volta tocca a loro. Tu sai che fine fanno le tazze vecchie?”

“Certo che lo so, non ti devi preoccupare. Praticamente quelle vecchie non le scartano del tutto. Avevo un amico che per più di due anni rimase nella cantina insieme a tutti gli altri a ridere e scherzare tutti i giorni senza dover continuare a fare la solita vita.”

Il cameriere, nel frattempo, preparò una cassa di plastica dove mettere le tazzine da cambiare mentre il signor Oliviero prendeva le tazze nuove dal furgone che aveva lasciato in doppia fila. Il povero Andrea si tranquillizzò grazie alle parole del suo amico ma pensava sempre a fare qualcosa per andare a salutare Sara. Fino a quando non si voltò di colpo verso Lello proponendogli un’idea.

“Lello, se mi vuoi veramente bene aiutami a cadere dalla mensola. Se cado magari riesco a scheggiarmi un po’ o a rompere l’orecchia così portano anche me dove porteranno Sara.”

Il povero Andrea, senza volerlo si era perdutamente innamorato della sua Sara.

“non posso fare una cosa del genere, Andrea! Lo sai meglio di me che se ti rompi seriamente non ti portano nello sgabuzzino, ti buttano e basta!”

“si ma è un rischio che voglio correre pur di passare un po’ di tempo con Sara.”

L’amicizia è uno strano legame che racchiude in poco spazio troppa energia. Ci sono meccanismi e speranze che scattano senza volerlo, come un filo sottile che viene tirato e stretto nel momento del bisogno. Non ci sono regole, né invenzioni è tutto reale, è tutto meraviglioso.

È inutile raccontare il finale di questa storia se chi lo leggerà sa già come sono andati i fatti.

2 commenti:

  1. ogni cosa ha un inizio, cosa fatta capo ha... il secondo autore mette la presenza!

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  2. sei il mio preferito... ;)
    ho preso in prestito una citazione.... ti pagherò i diritti...

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